Raccogliamo oggi le testimonianze di Davide, Carlo e Valentina, i tre preziosissimi volontari in servizio civile che tra poco più di un mese concluderanno la loro esperienza in A.P.E. Onlus. Abbiamo chiesto loro cosa ha rappresentato il periodo trascorso con i ragazzi e gli educatori, cosa è cambiato da settembre a oggi, che significato ha avuto trascorrere dei mesi a stretto contatto con gli utenti e l’equipe del doposcuola.
VALENTINA
Cosa significa fare Servizo Civile all’A.P.E.? Bene, se avessi risposto a questa domanda qualche mese fa, senza dubbio, mi sarei soffermata sulle preoccupazioni che vivevo: la paura di sbagliare, l’ansia di fare il meglio possibile. Tutto ciò mi faceva perdere di vista l’esperienza in sé che stavo vivendo. Non so esattamente dire quando o in che modo, ma ad un certo punto ho cominciato ad assistere al cambiamento, ogni giorno più evidente, dei ragazzi e nelle stesso tempo alla mia trasformazione, una crescita differente ma condivisa. Ho cominciato a cogliere la bellezza di ogni singola esperienza vissuta con i ragazzi e con i colleghi, con una spontaneità e una serenità che oggi mi fanno dire: all’A.P.E. mi sento a casa. Quasi al termine del servizio civile sento di dire che non si fa solo doposcuola, ma si vive tutti insieme un’esperienza totale.
CARLO
Ho lavorato all’APE tramite servizio civile per, ad ora, sei mesi. A giugno, quest’esperienza si concluderà. Sette mesi in tutto, eppure sembra ieri. E non è che di cose non ne siano successe, anzi, è stata un’esperienza immersiva, totalizzante. Vedi i ragazzi e i colleghi praticamente tutti i giorni. All’inizio sei un po’ impacciato, vuoi fare bella figura, far bene il tuo lavoro. Poi piano piano inizi a scioglierti e, più a tuo agio, cominci a capire, ad apprezzare, ad essere colpito e sorpreso, arricchito, dalla personalità dei giovani utenti A.P.E. e cerchi, in qualche maniera, di rendere il favore, di dare qualcosa, di contribuire (scusate per i paroloni) alla crescita di questi ragazzi. E ci provi, con i tuoi strumenti, la tua esperienza, mettendoti in gioco e magari, a volte, sbagliando. Ma sempre con la convinzione di star facendo qualcosa di bello. Di importante. Ecco, vorrei fosse questo il lascito della mia esperienza all’A.P.E: fare cose belle e importanti. Anche piccole, senza assilli o frustrazioni.Per quel che riguarda, invece, il mio lascito a ragazzi e colleghi, beh, difficile dirlo, bisognerebbe chiedere a loro. Terrò sotto controllo il blog.
DAVIDE
Prestare servizio civile presso l’A.P.E. è stato semplicemente fantastico, un ambiente famigliare nel quale ti senti immediatamente di farne parte. Nonostante io sia partito un po’ titubante, insicuro e quasi impaurito dal fatto di essere il più piccolo tra gli educatori, quello con meno titoli di studio, con meno esperienze alle spalle, mi sono sentito subito accolto. Pensare al fatto che manca un mesetto alla fine di tutto mi intristisce, è stata un’esperienza bellissima che sicuramente mi ha fatto maturare, lasciandomi dentro qualcosa di potente e meraviglioso. Sono felicissimo dell’esperienza fatta e spero di aver lasciato qualcosa di bello e utile ai miei colleghi e a questi ragazzi, così come ognuno di loro ha lasciato qualcosa di bello e utile a me.
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